Il Pignoletto frizzante, o spumante, è perfetto per accompagnare i piatti grassi delle tradizione bolognese dai tortellini al cotechino. Le varietà autoctone dell'Emilia Romagna più interessanti sono l'Albana, dal colore giallo intenso e semi aromatico, e il Famoso, varietà con aroma simile al Sauvignon Blanc che sta prendendo piede nel Ravennate. Il nome del vino deriverebbe dalle caratteristiche dei grappoli: “spergola” era l’aggettivo con cui veniva definita l’uva  che presentava un grappolo “un po’ spargolo”, cioè diradato. Produzioni così piccole da rispondere alla domanda del territorio circostante (almeno per ora), vitigni antichi da essere diventate curiosità e non solo prodotto, etichette poco conosciute al di fuori dei confini dell’Emilia Romagna. Il 70% della produzione è incentrato su varietà a bacca nera come Sangiovese, Lambrusco e Ancellotta. La provincia di Modena è la patria del Lambrusco DOC e la possiamo dividere in 3 parti. I vini dell’Emilia romagna sono soprattutto di pronta beva o frizzanti per molteplici ragioni. Dove vengono prodotti i vini dell’Emilia Romagna? Il Tavernello salverà il mondo, forse no. La sboccatura, come nel metodo Champegnoise, è opzionale per la produzione di Lamrbusco ancestrale. Vini dell’Emilia Romagna e gastronomia di Ferrara? Colore bacca. Ancellotta; Barbera; Bonaria; Canina Nera; Ciliegiolo; Croatina; Dolcetto; Fortana; Lambrusco di Sorbara; Lambrusco Grasparossa; Lambrusco Maestri; Lambrusco Marani; Lambrusco Montericco; Lambrusco Salamino; Lambrusco Viadanese; Marzemino; Montepulciano; Raboso Veronese; Sangiovese; Sgavetta; Terrano; Eppure, col tempo venne dimenticato. Sicuramente tra i vini dell’Emilia Romagna non può mancare il Lambrusco Grasparossa. Re.Life .. Il Nuovo Libro di Annalisa Calandrini .. ordinabile anche Online, Le nostre interviste ... uomini e donne della ristorazione Romagnola, Card Sconti RomagnaatavolaCARD "Gratis solo oggi". Chiamato non a caso l'oro di Bertinoro, è un vino bianco prodotto da vitigni autoctoni romagnoli che ha conquistato la certificazione DOCG, un evento celebrato e ricordato ancora oggi con la Campana dell'Albana, una bellissima campana diventata uno dei simboli più amati e ammirati della città, che si trova sulla terrazza dell'Enoteca Ca' de Bé. Si tratta un vitigno autoctono della città di Ravenna, che grazie al progetto regionale del 1998, è stato iscritto nel Registro Nazionale della Varietà di Vite e di conseguenza inserito nell’Elenco delle Varietà Autorizzate per la per la Regione Emilia-Romagna. Praticamente tutti vitigni autoctoni, consumati per la maggior parte in loco, laddove per loco si deve intendere . Eppure, per secoli aveva avuto nobili e importanti estimatori. I nipoti Antonio e Pietro, hanno intuito il suo potenziale e di fatto hanno in seguito salvato e diffuso il vitigno. L’Albana di Romagna è stato il primo vino bianco d’Italia ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 1987. Il Lambrusco è un vino rosso frizzante prodotto in versione secca o “amabile” dove può arrivare fino a 45 gr/L di zucchero. Tra i vini dell’Emilia Romagna una importanza la trova il Sangiovese, che come dice la canzone, è l’identità stessa della Romagna. Le sottozone più vocate si trovano nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo nei comuni di Modigliana, Predappio e Bertinoro, per citarne alcuni. Fino ad oggi. Perchè si chiama Centesimino? Ecco un altro vino raro autoctono prodotto in Emilia Romagna. Il Centesimino o Savignon Rosso è tipico della prima collina faentina, le colline attorno a Faenza, nell'area attorno alla Torre di Oriolo. N e r e l l o M a s c a l e s e. Il luogo di origine di questa cultivar a bacca nera, . Altri vini bianchi con una storia importante sono il Trebbiano , che viene prodotto come vino fermo, frizzante o spumante, e il Pagadebit (il vitigno è il Bombino bianco), che deve il suo nome all'abbondante e costante produttività. Previsto un 1991 riscoperto nei meandri della cantina di famiglia, e il resto da definirsi. E’ un’area che si estende sulla costa tra il delta del Po’ e Cervia, caratterizzata da paludi bonificate, pinete e saline. Spesso il loro nome prende origine dalla persona che ha riscoperto il vitigno, e quindi quando sentiamo parlare di Bursôn, Centesimino, non possiamo non pensare ad Antonio Longanesi e a Pietro Pianori, a storie di nobili e contadini, e di vignaioli innamorati della loro terra che hanno riportato in luce queste produzioni speciali. Ecco come. Il 60% del vino regionale è prodotto in Romagna, nella provincia di Ravenna. L’uva raccolta a mano veniva pigiata con i piedi, poi i lieviti indigeni presenti sulla buccia cominciavano la fermentazione. La Romagna riscopre i vini autoctoni. Tuttavia il Sangiovese dei Colli Romagnoli ha ottime capacità di invecchiamento. Di grande interesse tra i vini dell’Emilia Romagna è la DOP Bosco Eliceo, detti Vini delle Sabbie, una realtà vitivinicola molto particolare del litorale ferrarese. Rosalaura è disponibile nella cantina di "Tenuta Colombarda" a San Vittore. La nostra Albana passito nasce solo nelle annate dalle condizioni perfette, con i grappoli migliori lasciati ad appassire sulla pianta e poi raccolti quando sono stati attaccati dalla botrytis. Perfetto abbinato ad aperitivi, pesce e a eccellenza del territorio: il Parmigiano Reggiano. In regione sono presenti 20 DOC e 2 DOCG. L'Albana non è soltanto uno dei grandi vitigni autoctoni di Romagna, è anche una fonte di grande gioia per chi ha la passione per i vini passiti. L'azienda Romagnoli è un produttore di vini del comune di Vigolzone, in provincia di Piacenza, nella regione Emilia-Romagna. Nel 1956 venne quindi piantato il primo vigneto di Uva Longanesi anche per aumentare il grado alcolico degli altri vitigni presenti in azienda (Uva d’Ora e Canina). La parte nord tra Mirandola e Carpi è la zona di produzione del Lambrusco Salamino di Santacroce.Il Lambrusco di Sorbara è coltivato nella parte centrale della provincia, mentre nelle colline a sud di Modena si produce il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP. Sui Colli di Scandiano e Canossa questo vitigno venne donato, nel XV secolo, da Matilde di Canossa a Papa Gregorio VII. falanghina, biancolella, biancazita, pepella e fiano sono i nomi dei vitigni autoctoni coltivati dalla famiglia Giordano da ben 3 generazioni, sui circa 3 ettari di rigogliosi terrazzamenti sparsi in varie zone del territorio di Tramonti, polmone verde . Non disponendo di statistiche precise sui consumi di vini bianchi romagnoli nella nostra Galassia, azzardo qualche ipotesi a braccio. Si ottiene dal vitigno omonimo ed è un vino tipico della regione Emilia . Più di 300 Vitigni Autoctoni coltivati in Italia. Vitigni tradizionali e autoctoni romagnoli sono alla base di tutti i nostri vini. Dal e dal 2004 il vitigno è stato iscritto al Registro Nazionale delle Varietà. Chi preferisce i vitigni autoctoni romagnoli, invece, può optare per un Bolè, bollicina prodotta con il 95% di Trebbiano e il 5% di Famoso: un vitigno, quest'ultimo, che sta vivendo un periodo . Realizzato da vitigni autoctoni, e prodotto in purezza, Rosalaura si presenta con un colore delicato e mantenendo tutte le caratteristiche del vitigno. Contenuto trovato all'interno – Pagina 82... ge- artigiani romagnoli i mosaicisti di Ranerale rivalorizza- e con i " giacimenti " venna e gli stampazione di altri vitigni enogastronomici e tori delle antiche tele autoctoni , come lAl- artistici che essi cu- con i tipici motivi ... Ne nacque un vino di qualità che cominciò a farsi conoscere nella zona. Produco vino nello splendido paesaggio dei Monti Lessini, area di derivazione vulcanica a cavallo tra le provincie di Vicenza e Verona (VENETO). Contenuto trovato all'interno – Pagina 28... i nostri vitivinicoltori avranno successo non dai vitigni internazionali - da questi “ miei ” autoctoni . ... Daniela e Alessandro Morini stanno applicando sistemi investigativi per scovare vitigni romagnoli obliati , frugano nei ... Descrizione da ErSommelier. Provati per Voi: "Appunti di Degustazione" ... gli ultimi assaggi. Il bianco Ortrugo dei Colli Piacentini DOC, prodotto col vitigno autoctono omonimo, è un vino fresco, fermo o frizzante, con profumo di agrumi. La Spergola è una specie autoctona di uva bianca tipica della pedecollina reggiana, che si coltiva nella zona di Scandiano da secoli. Il Lambrusco Salamino di Santacroce è coltivato nella parte più collinare della provincia di Modena, rendendolo il Lambrusco dal colore violaceo profondo e note di frutti rossi e pasticceria. Completa l'elenco dei principali vini rossi romagnoli la Cagnina (il vitigno è il Terrano), tipico vino dolce abbinato tradizionalmente alle castagne. Siamo parlando infatti di un vitigno "autoctono", o come forse sarebbe più corretto definirlo di "antico insediamento". Quest’uva è nota anche come “alata” perché i grappoli principali sono sempre accompagnati da un grappolo più piccolo, una specie di aletta, che nel corso dei secoli è stata  chiamata in diversi modi: Pomorina, Pellegrina e Spergolina La produzione dei vini dell’ Emilia Romagna raggiunge grossi volumi, circa 6,5 milioni di ettolitri annui che pone al terzo posto in Italia per quantità di vino prodotto. La Romagna del vino oggi si tinge di 'giallo paglierino' e 'dorato' e il binomio nazional-popolare con il rosso per eccellenza, evocato dalle intramontabili note del compianto Raoul Casadei, lascia spazio a vitigni di questa terra meno cantati e decantati, quelli a bacca bianca. Chi siamo. I suoli della Pianura Padana ricchi di argilla sono estremamente fertili, permettendo alla vite di raggiungere altezze imponenti fino a 190 cm di altezza, con rese con rese produttive fino a 400 quintali per ettaro. Il nome ‘Uva del Tundè’ deriva da Tondini, che sembra sia stato il primo ad aver creato questo particolare vitigno. La storia A Ferrara la tradizione culinaria vanta i buonissimi ravioli alla zucca e la tenerina: torta goduriosa a base solo di cioccolato, burro e zucchero. L'areale di coltivazione di Sangiovese, Albana, Trebbiano romagnolo, Bombino bianco e Terrano comprende parte dei territori di quattro province ( . L'obbiettivo di produrre vini rossi all'altezza dei bianchi ha spinto Capichera a selezionare negli anni i più noti vitigni autoctoni della Sardegna. Il vitigno Alionza è uno dei Vitigni autoctoni a Bacca bianca presenti principalmente nelle regioni Emilia-Romagna e registrato ufficialmente nel Catalogo nazionale varietà di vite dal 1987. 📩  ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER. Quali sono i vitigni autoctoni nei vini dell’Emilia Romagna? Con cosa abbinare i vini dell’Emilia Romagna? Il Lambrusco è vinificato in vasche di acciaio a pressione controllata dette “autoclavi” che permettono di contenere l’anidride carbonica prodotta dalla fermentazione, rendendo il Lambrusco un vino “frizzante”. Il Lambrusco di Sorbara è unico nel suo genere perchè naturalmente ha un colore rosato. IL MENU Il menù, curato da Andrea Postiglione, del bistro "al Convento", sarà composto da . La sua superficie coltivata a livello nazionale ammonta a 43 ha . L'unico testo illustrato sui Vitigni con disegni originali, grafici e dati esposti in maniera chiara e . Tutto ciò a vantaggio di uno stile di vino non "costruito", che si propone di esaltare i vitigni autoctoni del nostro territorio e che non si presta necessariamente alle mode o alle tendenze del momento. La tradizione contadina di produrre vino casalingo, perciò non invecchiato e di pronto consumo. Tra i vini della Romagna non può sicuramente mancare l’Albana. Il vino è di colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei. InformaCibo.it, quotidiano online di informazione enogastronomica, con l’obiettivo di valorizzare i prodotti italiani di qualità e guidare il lettore verso un’alimentazione consapevole. Scrivici. Quali ricette e piatti della Romagna abbinare ai vini dell’Emilia Romagna? Direttore responsabile: Donato Troiano, Alzaia Naviglio Pavese 52, 20143 Milano | Tel.02.86998453 | [email protected] Informativa Cookies Privacy, CUCINA: ovvero, arte in tavola di Pier Luigi Nanni, Regolamento del Premio Giornalistico Il Bursòn, Lo sproloquio enologico di Pier Luigi Nanni, sommelier professionista, Vi presentiamo il vino Bursòn rosso annata 2007. Tra i vitigni di bacca bianca si ricordano gli autoctoni Alionza, Bervedini, Famoso, Melara, Montù, Spergola, mentre tra le bacche rosse spiccano Sangiovese e Lambrusco: i vini che derivano da questi vitigni sono i compagni perfetti per l'opulenta cucina della regione. Il Lambrusco è coltivato anche nella province di Parma e Reggio Emilia, insieme alla Barbera e la Bonarda, come vitigni a bacca rossa. L'Albana, chiamato anche "l'oro di Bertinoro", è un vino bianco DOCG prodotto da vitigni autoctoni romagnoli. L’Uva Longanesi è una varietà autoctona (nera) del comune romagnolo di Bagnacavallo, per tanti anni è stata dimenticata, ora ritrova il suo splendore come vino tannico e intenso detto Bursôn. Nonostante siano molto localizzate, le uve che danno vita a questi vini, grazie a un numero ristretto di produttori continuano a vivere nel rispetto della propria identità varietale e territoriale. Fino a metà del Novecento il vitigno era detto anche Savignon rosso per le sue particolari caratteristiche aromatiche che un po’ riconducevano alla forza del Sauvignon blanc. Ecco un altro vino raro autoctono prodotto in Emilia Romagna. Il Centesimino o Savignon Rosso è tipico della prima collina faentina,  le colline attorno a Faenza, nell’area attorno alla Torre di Oriolo. Il primo è prodotto con uva montù, autoctona della pianura bolognese. Il Lambrusco ancestrale viene messo in bottiglia quando la prima fermentazione non è ancora terminata e perciò la CO2 prodotta dai lieviti rimane intrappolata nella bottiglia rendendolo frizzante. La storia del vino in Emilia Romagna ha radici millenarie, con testimonianze già al tempo dei Villanoviani (civiltà in provincia di Bologna del II millennio a.C.). Più di 300 Vitigni Autoctoni coltivati in Italia. L’Albana di Romagna fu il primo vino bianco italiano ad ottenere la DOCG, questo vino è ottenuto da uve Albana (95% minimo) nelle aree collinari dei comuni di Imola e Forlì-Cesena. Due storie affascinanti che raccontano come questi vitigni siano oggi diventati il mezzo per la riscoperta di un'antica tradizione vitivinicola e il traino per l'economia locale. Perchè la storia narra che il vitigno venne ritrovato negli anni ’40 in un cortile del centro di Faenza da Pietro Pianori detto, appunto, Centesimino. Questa varietà indigena è esclusiva del modenese e l’omonimo vino può essere prodotto con l’aggiunta di Lambrusco Salamino e di altri Lambruschi. Credo proprio che l’Uva del Tundè sia nata per i Romagnoli Doc e per gli estimatori della viticoltura e dell’enologia nella loro essenza più nobile. La vinificazione avviene in modo naturale, il mosto rimane per qualche giorno a contatto con le bucce dai 3 ai 7 giorni, successivamente viene in bottigliato procedendo alla seconda fermentazione. Un elenco descrittivo sui vitigni autoctoni italiani Il termine autoctono riservato ad un'uva significa che quel vitigno è nato e si è sviluppato in un preciso luogo geografico adattandosi al territorio che lo ha ospitato fin quasi a fondersi con esso. Inoltre, è stato possibile assaggiare anche le annate precedenti, occasione per meglio comprendere l'evoluzione dei vitigni autoctoni romagnoli lavorati in purezza. Viene da lontano il vino Rambëla, orgoglioso prodotto autoctono della pianura ravennate. Ma è anche un vino gustoso per accompagnare i dolci: biscotti, zuppa inglese, o intingendo nel vino un pezzetto di torta da forno o ciambella. Dopo aver raccolto le impressioni e i racconti di ben nove tra presidenti di importanti gruppi cooperativi e produttori della Romagna il risultato è praticamente unanime: il Sangiovese una garanzia, l' Albana una piacevole riscoperta, il Trebbiano una conferma. A questo punto non ci resta che assaggiarlo… in alto i calici! Curiosa è poi la storia dell'Uva del Tundè, vitigno autoctono della città di Ravenna coltivato in piccole quantità. La defi nizione pertinente di vitigno autoctono non c'è. Tant'è che il professor Antonio Calò, che è stato docente di Viticoltura all'Università di Padova ed è autore di diverse pubblicazioni sui vitigni italiani, li ha chiamati italici.Secondo la consuetudine comune, per autoctono si intende un vitigno che fa parte della . Parliamo di un rosato che deve essere servito freddo, ad una temperatura tra i 10 e 12°C. L’Albana è sicuramente la regina delle uve di Romagna, ha un colore giallo dorato, con intensi aromi floreali e note di pesca e albicocca. Scopriamo le principali zone vinicole dell’Emilia-Romagna, dai vini dell’Emilia in provincia di Modena, i vini dei Colli Piacentini, troverai anche i vini di Romagna in provincia di Ravenna e i vini dei Colli Romagnoli. Caviro è la maggiore realtà enoica italiana e la decima al mondo. Quali sono i vini dell’Emilia romagna da invecchiamento? E ha aperto un mondo fatto di microproduzioni che lui definisce “fermenti per il futuro”. La Storia della Vite e della Viticoltura, l'Ampelografia e i suoi principi. Sicuramente il Lambrusco è uno dei vini dell’Emilia Romagna più iconico, ma anche divisivo come pochi altri. Con i piedi ben piantati "nella terra", quindi con la consapevolezza del passato, ma guardando lontano, perché «la tradizione si fonde con innovazione e ricerca, poiché è essenziale mostrare, attraverso i nostri vini, come il territorio piacentino e la varietà dei vitigni autoctoni, ma non solo, possano competere con il resto dell'Italia e ogni nostro passo è finalizzato non solo a rendere grande Romagnoli, ma anche vincente l'Emilia del vino stessa».

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